sabato 19 giugno 2010

granello di pepe


Torno, a fatica.
Come a fatica ultimamente provo a vivere di nuovo, perché tocca a me.
Questo mese è stato duro, molto duro. Ho perso una persona cara, un amico che era un fratello, colui con cui preparavo la vendemmia, con cui parlavo dei nostri vini dell’azienda, del se imbottigliarli o attendere, del “senti che buono che è questo…”. L’ho perso in un modo stupido, talmente stupido che sono rabbiosa; ma forse sono più rabbiosa per la velocità dell’accaduto, o forse perché non lo vedrò più o forse non so perché.
Deve ancora arrivare, ma credo che questa sarà una delle vendemmie più brutte in assoluto, brutta perché non avrò più il confronto con Enrico.
Mi pare quasi che la vigna vada avanti per inerzia come me: l’uva è allo stadio “grano di pepe”, c’è un po’ di peronospora, la botrite in qualche punto;d’altronde il tempo piovoso e il clima umidiccio sono una manna per loro e disperazione per noi. Tocca essere vigili, non comunali, ma nel senso di vigilare, osservare.
Abbiamo descalzato le viti di Raboso, quelle del Prosecco, il Tocai ed il Cabernet, poi le abbiamo passate con il badile attorno al colletto. Mi sono venute come ogni anno le vesciche da badile, però non me ne sono quasi accorta. Pensavo ad altro.
Questa settimana abbiamo anche cimato, forbice alla mano, passi lunghi e ben distesi e su e giù, su e giù per la vigna tra una spruzzata di acqua piovana e gli scarponi pieni di “paltan”, pantano-fango; ho sentito le gambe pesanti, mi sono pure “inortigada” ovvero punta con le ortiche per poi accorgermene sotto la doccia, quando davvero un po’ sentivo il bruciore.
Di sera fa freddo, la tv dice che il caldo è finito… spero non sia così, perché sennò non mi matura l’uva.
Sono anche andata al convegno sui Lieviti organizzato a Bologna da Vinnatur, dove mi sono trovata anche con Claudia ed Elisa che mi hanno scaldato un po’ il cuore, dove ci siamo confrontate tra fermentazioni, tubi da tirare, pied de cuve. Bello il convegno, molto intimo quasi, con dei relatori che erano dei miei ex compagni di classe: Federico , Andrea e Maurizio. Si è cercato il confronto tra fermentazioni spontanee, controllo della temperatura e non, pied de cuve, ossigeno si e ossigeno no. Certo è che urge il confronto con Angiolino, sia da persona a persona, sia come visioni di azienda da condurre per ottenere vino.
Nel mentre è passanto anche Henk in azienda, un signore olandese che ho conosciuto a Cerea. È stato accolto dai miei col loro italiano, lingua che lui capisce ma che parla poco poco, pare si siano capiti. Sono quasi contenta abbia trovato loro, l’anima genuina dell’azienda nel vero senso della parola, più che me che si so un po’ di inglese, ma davvero poco.
Poi abbiamo deciso per la bobina delle etichette per il Prosecco DOC 2009, che se tutto va bene etichettiamo nel giro di 15 gg (tipografia permettendo) e che poi riposerà un po’ prima di essere venduto. Anche perché c’è la terza partita dell’igt 2008 che è in fase di ultimazione della sosta prima della vendita.
Se tutto va come deve poi lunedì finalmente partirà il primo ordine per Caves… sono 15 giorni che giace li, pronto, forse stavolta ce la fa….
Naturalmente nel tempo morto io continuo ad etichettare Raboso, mi restano 720 bottiglie fronte-retro da fare a mano. Una volta etichettavo con gusto, da 15 giorni a sta parte no, perché poi la testa pensa e finisce che penso sempre a lui.
Ho scritto alla rinfusa, lo so, ma se non scrivevo così forse non scrivevo proprio… in questo momento è il modo migliore con cui riesco ad esprimere emozioni che non siano lacrime.
Spero che nel prossimo post ci siano cose felici da comunicare.

martedì 8 giugno 2010

scusate l'assenza

scusate l'assenza ma sono giorni umanamente duri, a cui si aggiunge il lavoro in vigna e cantina...
vorrei ogni giorno della mia vita così duro, di badile e sudore...pur di riaverlo con noi
baratterei ogni giorno col badile per cancellare quell'ora di domenica....
tornerò, lo prometto... ci vuole solo tempo, un pò di tempo