SI DICE CHE..

Siamo nel video del Gambero Rosso che parla delle radici del vino australiano, godetevelo!!

http://video.gamberorosso.it/play/16987/alle-radici-del-vino-australiano


----ooo----

Siamo su "THE EXAMINER" di San Francisco in un articolo di Kimberley Lovato


Ceri Smith, owner of Biondivino Wine Boutique, 1415 Green St.
“I love the beautifully dry and complex Col Fondo Proseccos that are finally out, especially from the uber-small producer Carolina Gatti, which is cloudy, salty and so delicious on its own, but especially with oysters.”





----ooo----

Siamo nella  "Guida al Vino Critico"edizione 2015





Gatti Lorenzo

Carolina Gatti


Il vino più iperprodotto che si possa immaginare nella sua versione “sovversiva”, rifermentata in bottiglia sur lie e conosciuta dai più con il nome di Colfondo. Carolina Gatti ne va giustamente orgogliosa così come del suo Raboso che divide e appassiona. Carolina Gatti ha stampata in mente una frase di Robert Pirsig “Qualsiasi lavoro tu faccia, se trasformi in arte ciò che stai facendo, con ogni probabilità scoprirai di essere divenuto per gli altri una persona interessante e non un oggetto” (da Lo Zen e L’Arte della Manutenzione della Motocicletta). A 36 anni, dopo le missioni del Sud America e diverse esperienze enoiche, ha deciso di prendere in mano l’azienda di famiglia per far conoscere l’idea di territorialità del suo vino. “Mi sono messa in gioco restando fedele a quello che ho imparato da mio padre. Sono rimasta legata ai nostri 5 ettari e alle varietà che da sempre caratterizzano la zona del Piave, mantenendo le Bellussere (sistemi d’allevamento in via d’estinzione ndr) e lavorando sulla carica delle gemme al momento della potatura. Fare vino per me è far notare che esistono mille sfumature mai uguali all’annata precedente, è mettermi in gioco ogni giorno come vignaiola, enologo e donna; è avere le vesciche da potatura e il naso rosso dal freddo dell’inverno, oppure le mani nere di tannino in vendemmia. È emozionarmi in ciò che per me è fare qualità”.






----ooo----


Roger Sesto su "Civiltà del Bere "


N°02/2014


GATTI: RABOSO, DURO COME IL PIAVE 
Fu Gino Veronelli il primo a rimaner colpito dai vini di Lorenzo Gatti, affascinato in particolare dal Raboso 1999. «Fu questo», ci confida Carolina Gatti, «che mi spronò a renderlo sempre più estremo. In cantina impieghiamo preparazioni biodinamiche quali alghe e decotti, alternate a poco rame e, solo in caso di necessità, a un tocco di zolfo. Teniamo tralci corti e ben distribuiti nel cordone, con buon equilibrio tra vegetazione, legno vecchio e frutti. Non ho protocolli prefissati. Bassissima solforosa in pigiatura; lieviti autoctoni presenti sulla buccia e in cantina, nessun coadiuvante né stabilizzante enologico, solo pochissimo metabisolfito».



19 GATTI
Raboso, Marca Trevigiana Igt 2010 via Campagne, 29 31047 Ponte di Piave (Treviso) 347.08.20.094 cantinagatti@libero.it  www.rabosando.blogspot.com
Uve: Raboso del Piave 100%
Esposizione delle vigne: sud
Descrizione: lavorazione tutta in cemento, affinamento sulle fecce incluso. _Naso piccante di pepe, balsamico, ma reso meno elegante da note di cipria, olive e smalto. In bocca è curiosamente salato con tannini, non verdi, un po’ rustici
Titolo alcolometrico: 10,5% vol. Prima annata prodotta: 2007 Composizione del suolo: argilloso-misto, alluvionale
Vinificazione e affinamento: macerazione sulle bucce per 15 giorni con follature, svinatura della feccia grossa e affinamento sulla feccia fine fino ad imbottigliamento. 6 mesi in bottiglia Acidità totale: 9 g/l pH: 2,92  Estratto secco: 24 g/l Bottiglie prodotte: 4.000 Prezzo: 14 euro Voto: 78/100






----ooo----

Una giornata con le Acli di Treviso

"Carolina è fiera di aver scelto una via non convenzionale per produrre il suo vino. Un prodotto che non fa male a chi lo beve né al terreno che lo produce. Un vino diverso, forse lontano dal gusto commerciale a cui purtroppo siamo oramai abituati, che ci riporta a sapori antichi, quando il vino veniva prodotto per sé e non serviva farne centinaia di migliaia di bottiglie ogni anno. Carolina ha studiato da enologo, ha lavorato in altre cantine e ha voluto poi mettersi alla prova acquisendo l’azienda agricola del padre. Pur non cercando facili etichettature, la sua è una produzione biologica non certificata, il suo lavoro si sviluppa nel profondo rispetto per la terra e per la salute degli altri, alla ricerca del piacere di produrre qualcosa di vero, di unico, come può esserlo un vino naturale che nasce in profonda simbiosi con il suo terroir."
"Entrambi questi giovani produttori ci hanno mostrato il piacere del ritorno alla terra, al lavoro agricolo duro e complesso; fatto in armonia con le stagioni, con i fenomeni atmosferici e naturali. Loro sono persone normali con una passione speciale. Penso, anzi spero, possano essere d’esempio e incoraggiamento per tanti altri giovani che vivono la frustrazione della mancanza di un lavoro, ma hanno dentro di loro una forte vitalità che li può aiutare a crearselo il lavoro.
Come Acli abbiamo incontrato le esperienze di vita e di lavoro di Carolina e Maurizio. Ci piace pensare di averli fatti in qualche modo nostri compagni di viaggio; testimoni belli e reali di un mondo che ci piace. Mi auguro che le loro storie aiutino altri giovani, che incontriamo anche nella nostra attività associativa e che ci rappresentano spesso le loro difficoltà in tempi di crisi, a continuare a sperare e lottare per realizzare i sogni per cui hanno studiato e lavorato tanto."


http://www.aclitreviso.it/notizie-acli-treviso/719-rispetto-dellambiente-in-alcune-cantine-si-puo.html



----ooo----

Stefano Cafarri su "il Cucchiaio D'argento"


"Se hai in mente il prosecco, questo di Gatti può mettere in un angolo le tue convinzioni: traslucido e nebbioso, fumigante di alchemici toni metalliferi, tabaccosi e sottoprodotti della panificazione, assume nell’edizione venti-dieci una serietà sussiegosa, con un sorso nitido e convincente come non mai. Eppure felice, eppure gajo, ché non hai bisogno di mille ascolti come in passato, come per gli albi più impervi di rock destrutturato: ora sta in piedi con una sua dignitosa professione di fede.
Amaro e lineare, non privo di una sorta di finezza circonfusa di una forma primitiva di alterigia, il bicchiere di Prosecco rifermentato in bottiglia con i gatti neri è una delle forme più acchiappanti del genere.
Ne vorresti avere, in cantina, in tavola, nel bicchiere."


http://www.cucchiaio.it/attualita/appunti-divino-treviso-prosecco-2010-di-gatti/



----OOO----

Franco Ziliani su Le mille bolle blog

"Paglierino verdognolo il colore, di grande brillantezza e traslucido, naso proprio come piace a me, molto salato, incisivo, petroso, intrigante nella sua essenzialità e precisione, impreziosito poi da note di cedro e fiori bianchi, ed una nitida nota aromatica, aperta e fragrante, tipica del vitigno. Quello che era (è?) il Prosecco e oggi chiamiamo Glera.
Bocca perfettamente coerente, di grande pulizia e nerbo, piena di sapore, con rande pulizia e nerbo, un’apprezzabile costruzione e soprattutto notevole dinamismo e scatto, con grande freschezza e sale e una notevolissima piacevolezza, una capacità di farsi bere (anche da un tiepido prosecchista come me) contagiosa.
Se Carolina, come dice, aveva in mente di “sdoganare il vino della casa” con questo suo Prosecco sur lie, ci è pienamente riuscita.
P.S.
Non ha le bollicine, non c’entra con il tema di questo blog, ma come posso scrivere dei Gatti senza raccontarvi, en passant, del loro ottimoRaboso Marca Trevigiana che esce dalla cantina intorno ai 6 euro? Non posso e quindi, beccatevi anche questa descrizione.
Grande intensità di colore, rubino violaceo fitto, ma non impenetrabile, mostra un caratteristico naso vinoso, selvatico, leggermente e piacevolmente “aggressivo” e vegetale il giusto. La bocca è ricca, piena, sugosa, ricca di nerbo, con quel tannino “incazzoso” del Raboso che si fa sentire e chiama cibo e si sposa magnificamente sui piatti più grassi (penso ad una bella salsiccia o luganega come vogliamo chiamarla o delle salamelle alla piastra o in umido con lenticchie o meglio ancora crauti o cavolo cappuccio, a delle costine).
Un vino senza tante balle che si fa bere: come dice qualcuno “il Raboso che non ti aspetti, che bevi e tasi”…
http://www.lemillebolleblog.it/2011/02/09/prosecco-di-treviso-doc-gatti-colfondo-anzi-sur-lie-ca-va-sans-dire%E2%80%A6/

Nessun commento: